La nostra storia
La storia risale a trentasette anni fa, quando all'età di tre anni incominciai a scendere giù in cantina per aiutare mio padre, più per gioco che per sua necessità, lo aiutavo ad imbottigliare il vino piuttosto che a controllare il bruciatore dell'impianto di riscaldamento di casa. Tutte le volte che scendevo rimanevo incuriosito da una bicicletta appoggiata contro il muro, questa però, oltre ad incuriosirmi, mi intimoriva perché grandissima rispetto alla mia altezza di allora, scura, piena di ragnatele, stracolma di polvere ed avvolta dalla penombra del sottoscala. Mio padre, osservandomi, capiva la mia paura e mi rincuorava raccontando che quella era la bici del nonno! Ebbene quella bicicletta è rimasta in quella posizione nello spazio e nel tempo per moltissimi anni sino al 5 luglio 2012, giorno in cui, mi trovai per caso a ripassare in cantina dopo tanto tempo che non scendevo e, nel passarle davanti la vidi ancora lì, sempre uguale, forse solo più piccola del mio ricordo perché cresciuto. In quel preciso momento decisi di mettermela sulla spalla e portarla su in giardino. Avevo deciso di ridare a lei una nuova vita e a me l'occasione di superare quella paura oscura che silenziosamente si era assopita nell'arco di tanti anni ma mai risolta.
In quel periodo iniziavo a vedere in giro per alcune città, bellissime biciclette che, senza ancora conoscerle, ne capivo la bellezza minimal ma senza sapere che erano a bici a scattofisso. Fu questa l'occasione per avvicinarmi a quel mondo recuperando proprio la bici del nonno e trasformandola in una a scattofisso.
In quel periodo iniziavo a vedere in giro per alcune città, bellissime biciclette che, senza ancora conoscerle, ne capivo la bellezza minimal ma senza sapere che erano a bici a scattofisso. Fu questa l'occasione per avvicinarmi a quel mondo recuperando proprio la bici del nonno e trasformandola in una a scattofisso.
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